Agevolazioni fiscali: cosa c’è da sapere Il canone concordato è una formula contrattuale che fissa l’affitto in base a parametri stabiliti tra associazioni di proprietari e inquilini, garantendo così un costo più accessibile. Non è una cifra decisa arbitrariamente dal locatore: il canone si muove infatti dentro limiti prefissati, legati alla zona dell’immobile e alle sue caratteristiche. Il canone concordato si distingue per la sua durata e per i criteri stabiliti per calcolare l’affitto: •	Durata contrattuale: il contratto dura generalmente 3 anni, con rinnovo automatico per altri 2 (formula 3+2). Esistono varianti, come i contratti transitori (da 1 a 18 mesi) e quelli per studenti universitari, che durano da 6 mesi a 3 anni. •	Determinazione del canone: l’affitto viene calcolato in base a tabelle territoriali che indicano i minimi e i massimi per diverse zone e tipologie di immobili, bilanciando così le esigenze di proprietari e inquilini. Sia per i proprietari che per gli inquilini, il canone concordato rappresenta una scelta interessante, soprattutto per i vantaggi fiscali. •	Proprietari: o	Aliquota agevolata: con il canone concordato, i proprietari possono optare per una cedolare secca al 10%, una tassazione ridotta rispetto all’aliquota standard del 21%. o	Sconto sull’IMU: per gli immobili affittati con questa formula, è prevista una riduzione del 25% sull’IMU. o	Flessibilità contrattuale: il contratto più breve rispetto a quello libero (4+4 anni) e la durata definita possono rivelarsi vantaggiosi per chi preferisce una gestione più dinamica dell’immobile. •	Inquilini: o	Affitto calmierato: chi sceglie un contratto a canone concordato trova di solito un affitto più contenuto rispetto ai prezzi di mercato, grazie agli accordi territoriali. o	Detrazioni fiscali: gli inquilini possono beneficiare di detrazioni IRPEF, con importi variabili in base al reddito.
Agevolazioni fiscali: cosa c’è da sapere Il canone concordato è una formula contrattuale che fissa l’affitto in base a parametri stabiliti tra associazioni di proprietari e inquilini, garantendo così un costo più accessibile. Non è una cifra decisa arbitrariamente dal locatore: il canone si muove infatti dentro limiti prefissati, legati alla zona dell’immobile e alle sue caratteristiche. Il canone concordato si distingue per la sua durata e per i criteri stabiliti per calcolare l’affitto: • Durata contrattuale: il contratto dura generalmente 3 anni, con rinnovo automatico per altri 2 (formula 3+2). Esistono varianti, come i contratti transitori (da 1 a 18 mesi) e quelli per studenti universitari, che durano da 6 mesi a 3 anni. • Determinazione del canone: l’affitto viene calcolato in base a tabelle territoriali che indicano i minimi e i massimi per diverse zone e tipologie di immobili, bilanciando così le esigenze di proprietari e inquilini. Sia per i proprietari che per gli inquilini, il canone concordato rappresenta una scelta interessante, soprattutto per i vantaggi fiscali. • Proprietari: o Aliquota agevolata: con il canone concordato, i proprietari possono optare per una cedolare secca al 10%, una tassazione ridotta rispetto all’aliquota standard del 21%. o Sconto sull’IMU: per gli immobili affittati con questa formula, è prevista una riduzione del 25% sull’IMU. o Flessibilità contrattuale: il contratto più breve rispetto a quello libero (4+4 anni) e la durata definita possono rivelarsi vantaggiosi per chi preferisce una gestione più dinamica dell’immobile. • Inquilini: o Affitto calmierato: chi sceglie un contratto a canone concordato trova di solito un affitto più contenuto rispetto ai prezzi di mercato, grazie agli accordi territoriali. o Detrazioni fiscali: gli inquilini possono beneficiare di detrazioni IRPEF, con importi variabili in base al reddito.